Le 25 frasi più belle de “Il Piccolo Principe”

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Il piccolo principe è un opera letteraria di Antoine de Saint-Exupéry. Pubblicato per la prima volta nel 1943 è un testo molto poetico che affronta temi come il senso della vita, l’amicizia e l’amore. Ogni personaggio che il piccolo principe incontra in questo libro mette in luce in modo allegorico, attraverso lo sguardo di un bambino, alcuni aspetti della società in cui viviamo.

Il piccolo principe è ormai diventato un’icona dei nostri tempi. Consigliamo, se non l’hai ancora fatto, la lettura del testo in lingua originale per tenere allenato un po’ il francese e cogliere alcuni aspetti che con le traduzioni si perdono.

Per rivivere questo racconto per adulti e bambini, Viva Parigi ha trovato le 25 frasi più belle de “Il piccolo principe”:

  • Si devono pur sopportare dei bruchi se si vogliono vedere le farfalle… Dicono siano così belle!
  • Gli uomini coltivano 5000 rose nello stesso giardino… e non trovano quello che cercano… e tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po’ d’acqua. Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare col cuore!
  • Se tu vuoi bene ad un fiore che sta in una stella, è dolce, la notte, guardare il cielo. Tutte le stelle sono fiorite.
  • È una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto, abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito. È una follia condannare tutte le amicizie perché una ti ha tradito, non credere in nessun amore solo perché uno di loro è stato infedele, buttate via tutte le possibilità di essere felici solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto. Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è un nuovo inizio.
  • Amare non è guardarsi l’un l’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione.
  • Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla.
    Comprano dai mercati le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercati di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami.
  • Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.
  • I grandi amano le cifre. Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali. Non si domandano mai: “Qual è il tono della sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa collezione di farfalle?” Ma vi domandano: “Che età ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?” Allora soltanto credono di conoscerlo.
  • Tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano.
  • Mi domando se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua.
  • È molto più difficile giudicare se stessi che giudicare gli altri.
  • Non posso giocare con te. Non sono addomesticata. Ma se mi addomestichi avremo bisogno l’uno dell’altro. Per me tu sarai l’unico al mondo.
  • Per favore, mi disegni una pecora?
  • Se qualcuno ama un fiore, di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle, questo basta a farlo felice quando lo guarda.
  • Che si tratti di una casa, delle stelle o del deserto, quello che fa la loro bellezza è invisibile.
  • Quando si è molto tristi si amano i tramonti.
  • Di notte, ricordati di guardare le stelle. Dove sto io è troppo perché possa mostrarti dove si trova la mia. Meglio così. La mia stella sarà per te una qualsiasi, e allora ti farà piacere guardarle tutte… Saranno tutte tue amiche.
  • Ho fatto di te il mio amico e ora, per me, sei unico al mondo.
  • Bisogna esigere da ciascuno quello che ciascuno può dare.
  • Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, sembra che siano così belle.
  • È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante.
  • Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità!
  • Gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è una noia che i bambini siano sempre eternamente costretti a spiegar loro le cose.
  • “Perché bevi?” chiese il Piccolo Principe all’ubriacone
    “Per dimenticare che ho vergogna” risposte quest’ultimo
    “Vergogna di ché?” insistette il Piccolo Principe
    “Vergogna di bere..”
  • Per ogni fine c’è un nuovo inizio.
  • “A che ti serve possedere le stelle?” chiese il Piccolo Principe all’uomo
    “Mi serve ad essere ricco”
    “E a che serve essere ricco?”
    “A comperare delle altre stelle se qualcuno ne trova”
    “Io” disse il Piccolo Principe “possiedo un fiore che innaffio tutti i giorni e
    possiedo tre vulcani dei quali spazzo il camino tutte le settimane. E’ utile
    ai miei vulcani e al mio fiore che li possegga. Ma tu non sei utile alle stelle..”

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